Τετάρτη 6 Νοεμβρίου 2013

Furto di identità in internet


In questi giorni è entrata in vigore in California una legge che punirà chi in Rete dovesse utilizzare false o altrui identità per compiere pratiche illegali, il Senate Bill 1411. Si tratta di un provvedimento bipartizan, proposto dal senatore democratico Joe Simitian e firmato dal governatore repubblicano Schwarzenegger, e, nelle intenzioni originarie, mira in particolare ad arginare il fenomeno del cyberbullismo, punendo la cosiddetta e-personation, ossia l’appropriazione di identità altrui o la creazione di identità fasulle allo scopo di compiere pratiche illegali quali frode, molestie, intimidazione e diffamazione. In questo modo coloro che sotto nome altrui creeranno blog o profili all’interno di social network rischiano fino a un anno di carcere e multe di mille dollari nello stato della California.


Indubbiamente l’intenzione è buona, ciononostante il provvedimento non ha mancato di sollevare un dibattito tra favorevoli e contrari. Erica Johnstone, avvocato di San Francisco che si occupa di casi riguardanti il furto di identità online ha ad esempio affermato che “quasi tutti i cyber-molestatori rimangono impuniti, con conseguenze gravi per le vittime quali la perdita della reputazione, senso di vergogna, mortificazione, dolore, perdita di opportunità professionali e stress emozionale”. Altri invece si sono concentrati di più sulle preoccupazioni riguardo possibili limitazioni alla libertà di parola e di satira, ad esempio la Electronic Frontier Foundation anche se, come notano altri, a protezione di tali libertà fondamentali rimane sempre il primo emendamento della Costituzione statunitense.

Ciò che è certo è che, come in molti altri argomenti, quello che emerge sempre è l’irriducibile ambiguità del mezzo elettronico e della sua conseguente virtualità, in confronto alle rocciose sicurezze della realtà: l’identità, come la proprietà ad esempio, sono di molto più difficile definizione su Internet che nella vita di tutti i giorni; da un lato infatti la tracciabilità certa di un individuo espone a potenziali del diritto di ciascuno alla privacy, dall’altro un’eventuale rintracciabilità più difficoltosa dell’identità reale presterebbe il fianco a chi volesse perpetrare comportamenti fraudolenti anche gravi. Armonizzare in una legge bilanciata tutto ciò che resta in mezzo a questi opposti è missione assai difficile e uno dei rompicapo dei nostri tempi.

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